dedioste’s

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Michele Ferrero

Letto fortunatamente grazie a MLOL. E dico fortunatamente perché se lo avessi acquistato, mi sarei arrabbiato parecchio.
Siamo ben oltre l’agiografia.
Nessuna analisi critica, solamente la glorificazione di un mito, una collezione di figurine a tema “quanto è bravo / quanto è buono”.
A un certo punto, in una delle varie digressioni religiose, mi aspettavo si dicesse anche che, nel tempo libero, moltiplicava pani e pesci.

Dice un nostro dipendente che il rapporto che lega la Ferrero ai suoi uomini è il rispetto che ci lega reciprocamente.

Mi fanno sempre paura questi “racconti di vita” esemplari, senza un passaggio a vuoto, perfetti. Magari questa è davvero un eccezione, ma suona “finto” vedere in una biografia questa parabola perfetta, con crescita continua, senza mai nessun dubbio, incertezza, crisi.

«Deve esserci un’armonia di suoni, un coro di sapori, quello che rovina tutto fatelo uscire, scegliete solo quelli dalle note più delicate»

Poi arrivi alla fine (io e Pennac sulla storia del diritto del lettore a piantare lì un libro prima della fine ancora non siamo d’accordo), ci vedi anche per la carta dei Valori Ferrero e capisci.
Capisci che è pubblicità, capisci che, per uno che era davvero iperriservato (e se lo poteva permettere), le “notizie” rivelate per la prima volta sono state selezionate ad arte.
Intendiamoci, anche la pubblicità è lavoro creativo e quindi anche qui c’è del buono nella forma (il libro è scritto bene e va giù come un bicchiere d’acqua) e nella sostanza (certi concetti, vedi la signora Valeria, sono davvero diventati modelli di come si sviluppa una strategia aziendale, non solo in Ferrero) ma senza scordarsi mai che l’obiettivo è vendere, in questo caso neanche un libro, ma un marchio e una visione.

Certo, il bene non fa notizia.

Ho trovato a fatica le sottolineature.
Da leggersi esclusivamente a scrocco, con le giuste precauzioni e senza prendere tutto per oro colato.