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Bingo Italia, La matematica dei Pink Floyd e Kant

Non voglio citare Hofstadter, ma sono 3 i libretti agili che ho letto in questi giorni, anche grazie a qualche viaggio in aereo.

Bingo Italia è un libro di Aldo Nove, sostanzialmente una sorta di racconto lungo uscito come allegato al Corriere della Sera e poi messo a disposizione in forma digitale come libro stand alone. Probabilmente di Aldo Nove sono piacevoli da leggere anche le lista della spesa perché è innegabile che il suo stile di scrittura riesca a rendere interessante qualsiasi argomento; anche in questo caso il racconto dell’esistenza sconfinatamente vuota di una persona è reso in maniera eccellente. Il “punto Snai” del titolo è l’unico riferimento che è rimasto al protagonista cinquantenne che si trova sradicato dalla vita, in un vuoto liquido. La scelta di raccontare questi personaggi non è nuova per l’autore, più volte ha già scritto di questo tipo di persone diagonali rispetto alla società, con una vita interiore molto molto più profonda della lieve apatia esteriore che mostrano. Descrizione che peraltro potrebbe andare bene, almeno al primo impatto, anche per lo stesso Nove. Una lettura breve ma piacevole, ma solo se vi piace lo stile dell’autore varesino.

“La matematica dei Pink Floyd” di Paolo Alessandrini invece è un ebook della collezione AltraMatematica; fa parte della famiglia dei 40K ovvero ebook che sono composti da circa 40 mila battute, una sorta di breve saggio o articolo lungo. Questo nello specifico vorrebbe mettere in luce alcune relazioni che ci sono tra il lavoro dei Pink Floyd e la matematica. Purtroppo ci si ferma sostanzialmente a non più di 3-4 casi, tra l’altro se ne parlando sempre dal punto di vista visivo/testuale e poco da quello musicale. Si parla delle copertine dei loro dischi, di Dark Side of the Moon per il prisma e di Ummagumma per i frattali e i quadrati.Si accenna dei loro testi. Ma si parla niente di musica suonata. Capisco che l’autore abbia preferito concentrarsi su altro ma in un libro sui Pink Floyd mi aspettavo al centro la musica, non la copertina di Ummagumma.

“Kant” ovvero un piccolo libretto che in circa 100 pagine fa la summa dell’opera del filosofo tedesco. Uscito anche questo in allegato a Corriere della Sera e poi ripubblicato in digitale, lo si potrebbe chiamare un moderno ed elegante Bigino.

In questo caso lo stile di scrittura che viene usato lo rende molto interessante perchè anche un digiuno di filosofia come me, che non tocca più un testo di filosofia dal liceo, può facilmente rientrare nel linguaggio e nei suoi concetti, venendo guidato in maniera abbastanza chiara attraverso le idee fondamentali delle critiche Kantiane ed anche di alcune opere minori. Il giusto spazio è dato anche alle influenze che Kant ha avuto dai suoi predecessori e che ha avuto sui suoi successori.

Fa parte di una collana, e non escludo di pescare qualche altro libretto su altri filosofi.