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Singapore Connection

Giornalismo e cibo. Per entrambi, nella storia dell’uomo non c’è mai stata così tanta offerta di qualità come in questo periodo, offerta a cui è molto facile accedere e che ha un costo relativamente basso. Dall’altra parte, sempre per entrambi, mai come in questo periodo i consumatori scelgono prodotti fatti male, preparati guardando solo al costo e all’appetibilità e non al contenuto.

Siamo finalmente a uno stadio dell’evoluzione che ci permetterebbe di dare buon cibo e buona informazione a tutti e l’unica cosa che riusciamo a fare è dare fritto e aria fritta.

Il fatto che nessuno voglia più pagare per le news “perché c’è Internet” cambia radicalmente il modello di affari delle notizie. Fare buona informazione, raccogliere storie, stare in un posto, ascoltare le persone costa. Stare dietro una scrivania e tradurre costa molto meno. Se per entrambi i prodotti l’unico modo per incassare è della pubblicità su uno schermo, il ROI della traduzione è molto più alto.

Chi vuole un prodotto diverso, più approfondito, oggi fa fatica a trovarlo. Perchè la domanda è scarsa e perchè le forme per acquistare questo contenuto sono poche e non ancora sviluppate.

Io sono personalmente convinto che l’ebook potrebbe essere un ottimo mezzo: si paga una cifra accessibile (meno di una singola uscita di un vecchio “periodico di settore”) e non vincolata ad abbonamenti, permette di “essere sul pezzo” con tempi di produzione ridotti, è una forma pratica, che rimane nel tempo e che può essere sottolineata/commentata/citata.

E lo è ad esempio per questo “Singapore Connection. Caccia ai Boss del Calcioscommesse Mondiale” che mi sono letto in questi giorni.

Con i suoi limiti, a cui accenno dopo, è un racconto dettagliato e abbastanza approfondito di un problema, le scommesse nello sport, di cui spesso si sente parlare ma di cui personalmente non avevo mai colto la rilevanza globale e le possibili ricadute.

Attraverso un racconto dettagliato di un’indagine svolta a Singapore, a cui manca forse solo un po’ di contesto storico/geografico in più per eccellere veramente, gli autori mettono in luce relazioni, pratiche e conseguenze dell’arte della combine, un misto abbastanza triste tra finanza, violenza e sfruttamento.

Al di là del dolore nel vedere violato lo sport, che comunque mi piace immaginare, almeno sul campo, come luogo puro, sono le implicazioni economiche che colpiscono: sulle scommesse girano miliardi di euro/dollari, la cui provenienza è spesso illecita e che il gioco riesce pure a candeggiare, oltre che ad aumentare.

L’illuminante commento su chi è il “vero beneficiario” della partita a mezzogiorno (hint: non i tifosi italiani), la spiegazione su quali sono gli aspetti migliori su cui intervenire per fare un tarocco poco visibile e molto redditizio sono i veri aspetti interessanti; ma anche la storia e le relazioni tra i vari attori sono importanti per far capire chi conta veramente.

Con 88 pagine ci si ragiona in 2-3 ore, un respiro temporale sufficiente per andare nel dettaglio ma che non spaventa il lettore.

Sicuramente un formato da tenere presente per chi ci vuole capire di più e vuole tenersi saldamente lontano da “10 motivi per cui le partite non finiscono come vuoi tu. Clicca qui”.