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Evoland

È possibile condensare 30 anni di storia di un certo tipo di videogiochi in 4-5 ore?

Se si accetta qualche pecca, sì, è possibile ed è quello che questo Evoland prova a fare, proponendo di ripercorrere la storia dei giochi di ruolo (dagli action adventure alla Zelda ai JRPG stile FFVII)

L’abituale pattern di evoluzione del personaggio da pivello a semidivinità è stato inglobato in uno strato di “evoluzione del gioco”: all’inizio il gioco è in bianco e nero, in 2d stretto e si può andare solo a sinistra, con il nostro eroe che è inerme e muore al primo contatto con i nemici. Ma sul nostro percorso non mancano i tradizionali scrigni, che oltre a dispensare armi, abilità e energia come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, questa volta dispensano anche upgrade all’esperienza di gioco: dal bianco e nero si passa ai colori (prima 8bit poi 16), poi il 3D senza texture, poi le texture. E allo stesso modo si ottengono gli altri elementi fondamentali: l’inventario, i poteri magici, i diversi stili di combattimento.

Alla fine è questo il cuore del gioco, questa sensazione da “greatest hits” di rivivere l’evoluzione di questa categoria, con citazioni da giochi famosi presenti in ogni schermata, riprendendo meccaniche di gioco, nomi e aspetti di nemici, oggetti, magie, luoghi e scenari.

Ogni pixel, in Evoland, è una citazione.

Tutto questo si svolge secondo una trama che rispetta tutti gli stilemi tipici del genere e in cui, anche qui, gli appassionati non faticheranno a riconoscere innumerevoli citazioni (a volte praticamente dei plagi).

È quindi tutto un piacevole viaggio nella memoria, pieno di ricordi e madeleines videoludiche?

Anche no, perché per vederla questa evoluzione il gioco va anche giocato, e qui purtroppo un po’ di magagne tecniche emergono.

La scelta di avere così tanti stili diversi (2d fisso, 2d mobile, vari 3d, combattimento sia in tempo reale che a turni) ha probabilmente fatto si che nessuno di questi sia stato rodato fino in fondo: ci sono problemi di visuale, di scroll, di incastri strani, di collisioni rilevate male. Aggiungeteci che si gioca tramite un pad virtuale non perfetto, sarà quindi normale “perdere” un po’ di tempo e vite perché il gioco non fa quello che volete voi: colpi ai nemici che non vengono contati, cadute in botole che sembravano evitate, colpi presi anche se la prospettiva faceva pensare altro.

Non è una cosa gravissima, perché la difficoltà è bassa, ritentare è facile (basta trovare lo scrigno che attiva i Save Point) e alla fine lo scopo del gioco non è la sfida ma il “mostra e dimostra”, ma non nascondo che la frustrazione può raggiungere livelli alti.

Ci sono anche, per aumentare la longevità, dei segreti da raccogliere e un gioco di carte alla Final Fantasy VIII.

Originariamente pubblicato in forma gratuita sul web e poi uscito su Steam, il gioco costa 4,99€ sul Play Store e se siete appassionati del genere li vale tutti. Se siete solo curiosi aspettate pure l’offerta, non è un gioco da togliere il sonno.

La longevità è media (4-5 ore) ma giustificata dal fatto che il gioco è pieno di roba che si vede una volta e poi più: di certo il contenuto non manca, anzi a volte alcune cose passano fin troppo veloci.

In coda una galleria di foto varie, ricche di citazioni e che permettono di vedere come il gioco cambia all’aprile degli scrigni.

Ovviamente sono spoiler!