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Pixel Defenders Puzzle

“Ora questo va qui, così fra 28 turni potrò metterne uno uguale accanto”.

Quando un gioco ti porta a fare ragionamenti di questo tipo, sai che è successo qualcosa di speciale.

Pixel Defenders Puzzle è un gioco mobile, uscito qualche mese fa sia su Android che si iOS

Le premesse sembrano quasi banali: all’apparenza è un classico “match 3”, ovvero piazza tre pezzi uguali vicini per farli sparire.

Mai idea potrebbe essere più sbagliata: quello è solo il primo passo.

Perché invece di sparire, i tre pezzi lasciano dietro di se un altro pezzo (un soldatino), che, se messa vicina ad altre due unità uguali, sparisce? No, si trasforma in un’altra unità, che se messa vicina ad altre due unità uguali…

Insomma, per far sparire le unità di livello 4, si devono piazzare religiosamente 3*3*3*3*3 = 243 pezzi.

Ovviamente, i pezzi non sono di un solo tipo, ma possono essere di fino a sei colori diversi.

Ognuno non combacia con gli altri e crea unità diverse.

Ah, e ogni tanto ci sono anche da piazzare degli ostacoli (rocce o simili, che si combinano tra di loro ma non con i pezzi).

Lo scopo del gioco: tenere lo schermo pulito? Nahh, troppo facile.

Uccidere i nemici che arrivano dall’alto? No, se fosse solo questo sarebbe banale.

Lo scopo è difendere il proprio re (o regina o tutti e due), che vaga per la scacchiera e non deve essere colpito dai proiettili dei nemici.

Ma come si uccidono i nemici? Combinando i pezzi, otterrete dei “punti azione”, che possono essere spesi sui propri soldatini per far loro attaccare i nemici.

Ovviamente unità di livello più alto fanno più danno, ma attenzione, le unità hanno un numero limitato di usi, poi si trasformano in ostacoli…

E’ un delirio? Assolutamente. E’ un gioco complicato? Senza dubbio.

Ma, se gli date la mezz’ora iniziale del tutorial e i primi livelli, vi prende, oh, se vi prende.

Sorpassare il livello 35 mi ha preso una settimana di tentativi. Ma quanta soddisfazione quando l’ho passato.

Il gioco si presta ad essere giocato a spizzichi e bocconi, con i primi livelli dei 36 totali che richiedono pochi minuti per essere completati.

Il tempo non è mai un problema, visto che è a turni e non c’è limite; non cadono i pezzi come Tetris (e grazie al cielo, altrimenti sarebbe stato demonicamente difficile).

Ma neanche si può costruire all’infinito, perché i nemici, seppur a turni, mettono pressione.

Lo stile grafico è pixel art pura, pulita e funzionale; l’audio, boh, l’ho disattivato dopo un po’, la musichetta è carina ma diventa ripetitiva, non è la musica di Tetris.

Ci sono poi due modalità infinite (una in cui si deve “solo” tener pulito lo schermo e una che manda infinite ondate di nemici) e c’è, per chi non ne ha avuto abbastanza, anche un espansione a pagamento con un sacco di nuovi livelli e unità.

Costa meno di due euro su Google Play o sull’App Store ed è consigliatissimo, ma non dite che non vi avevo avvertito quando vi avrà preso e starete pianificando 100 mosse avanti.