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Se una notte d’inverno un viaggiatore

Ogni tanto leggo anche dei libri che possono essere chiamati “letteratura”, roba seria, con un’allure di polvere, quelli che si leggono appoggiando una mano alla testa e facendo un’espressione contrita.

In questo caso parliamo di “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino, uno dei massimi scrittori italiani del dopoguerra.

Uno scrittore che personalmente mi è sempre piaciuto sin dalle obbligatorie letture della Trilogia de I nostri antenati fatte alle scuole medie, nelle letture fatte per conto mio (sempre nel periodo delle medie) di Marcovaldo e forse (ma onestamente non ricordo, anche del Sentiero dei nidi di ragno.

In “Se una notte …” Calvino affronta il tema del libro e della lettura, siamo quindi in piena area metafisica o meglio di meta letteratura. Il libro parla di libri, il libro parla di lettori, il libro parla di leggere, il libro parla di se stesso; quindi unendo la ricchezza concettuale del tema e la nota ricchezza verbale dell’autore viene fuori un libro molto denso, pieno di cose.

Non è il libro che uno si mette lì la sera e ne legge 60 pagine in un colpo per sapere come va a finire, è un libro che si centellina, anche per la sua struttura, che richiede una certa digestione, che va affrontato anche riga per riga in certi punti. Questo però non perché sia particolarmente difficile o complicato, ma perché è pieno di riferimenti, figure retoriche, costruzioni particolari: è difficile comprendere una frase alla prima lettura, o meglio, ci sono molti livelli diversi di riferimenti e indicazioni, con i più profondi che sono nascosti alla prima lettura.

L’intreccio è abbastanza semplice perché tutta la complessità sta nel modo in cui vengono raccontate le storie e nella costruzione stessa del racconto. Come sempre sarò parco di dettagli sulla storia per non rovinare la sorpresa a nessuno, ma anche una storia quasi banale, se scritta da un grande scrittore (e Calvino lo è) può diventare appassionante. La bezzezza del banale / LA banalità della bellezza.

Nell’edizione Kindle è molto interessante anche l’introduzione e la “cover letter” di Calvino presenti all’inizio del libro che cercano di spiegare un po’ la struttura del romanzo; da parte mia personalmente suggerisco di leggerle dopo aver completato la lettura del romanzo, usandole più come verifica delle proprie idee maturate durante la lettura che come guida alla lettura.

Personalmente è una variazione divertente, per me che leggendo prima di andare a dormire spesso mi rifugio in libretti leggeri da relax.