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HTC Magic

A Luglio ho cambiato cellulare. Il mio vecchio amato Nokia E61, confidenzialmente definito “Il mattone” a causa delle dimensioni ma da me amato per avermi fatto scoprire la comodità della tastiera Qwerty sul cellulare, mostrava ormai irrimediabili segni del tempo: riavvii strani e boot lentissimi, batterie che si esaurivano in un amen, cadute di linea.

La scelta non è stata facile: prendere il successore Nokia E71, prendere un iPhone, prendere un BlackBerry, prendere un Telit da 9.99€?

Poi, un giorno, inciampo in una pagina web che parlava di questo Android: sistema operativo per cellulari basato su Linux, sviluppato da Google, offerto da un ampio gruppo di produttori, a sorgente aperto.

Da lì è partita una full immersion di approfondimenti e letture che ha spianato i miei dubbi: era il sistema giusto per me.

Alla fine ho comprato un HTC Magic, sfruttando l’offerta Telefono Facile di Vodafone (149€ subito e 6€/mese per 24 mesi).

Dopo due mesi e approfondite prove, posso finalmente dire qualcosa.

Questo é un telefono per Google dipendenti. Se lo siete già, è il telefono per voi, se ancora non lo siete, usare questo telefono al 100% vi spingerà a diventarlo, e ciò non è necessariamente un male. I dati che vi vengono richiesti alla prima accensione sono infatti username e password dei servizi Google; dati quelli, il telefono farà gran parte delle prime sincronizzazioni e configurazioni da solo.

Ma cosa vuol dire integrato con Google? Significa che la vostra rubrica è Google Contacts, che il vostro calendario è Google Calendar, che la vostra mail è Gmail, e che sono sempre con voi nella vostra tasca. Significa che aggiungere un appuntamento ora sul cell significa trovarlo tra pochi secondi sull’interfaccia web (vale anche per i calendari di gruppo), significa che quando accedete a Youtube vi verranno proposti i vostri favoriti, significa che quando comprerete un’applicazione dal market pagherete con il vostro Google Checkout, significa aprire il browser mentre siete in coda alle Poste e sfogliare il vostro Google Reader, significa avere i propri Preferiti su Google Maps e i propri documenti su Google Docs. Tutto grazie a quei due dati che avete messo all’inizio.

Tutto questo ha ovviamente un prezzo: per sfruttare questo telefono, serve un piano dati. Vodafone chiede 10€/mese per 2GB, più che sufficienti per qualsiasi uso logico del terminale (e, no, torrent e rapidshare non sono usi logici di un cellulare.).

Detto questo, il telefono ha poi tutti i frizzi e lazzi di un telefono di ultimissima generazione.

Al touchscreen ci si abitua in poco, è sensibile il giusto e l’uso “da sdraiato” (con conseguente tastiera più grande) serve solo quando si vuole scrivere tanto (per SMS/Twitter/Social Network va benissimo la posizione normale).

La fotocamera è discreta, tutta automatica ma adatta all’uso che si fa da cellulare (le foto su Twitpic son fatte tutte con il cell).

Android è un sistema solido, si sente la presenza del kernel linux (e lo si vede anche usando Connectbot e dando comandi da terminale tipo “ls”, “ps aux”, ecc. 🙂 ). Soffre ancora di qualche difetto di gioventù e di un po’ di “grezzosità” e incoerenza stilistica rispetto ad esempio ad iPhone, ma il sistema è ancora in attivo sviluppo (a fine mese è attesa la revisione 1.6 e a Natale la 2.0) e dalla sua ha il multitasking, la flessibilità hardware, il fatto di essere open source e di godere di estrema facilità di sviluppo e “modificabilità”. Molte infatti sono le versioni di firmware alternative, perfettamente legali e che si installano con un clic, che permettono all’utente smaliziato di “sporcarsi le mani”.

Ci sono anche dei difetti o comunque delle cose che richiedono adattamento: prima di tutte la batteria. Dura una giornata di uso normale (diciamo accensione dalle 7 alle 24, un’ora circa di telefonate, mail e twitter in push, un po’ di navigazione, qualche foto) e poi va ricaricato. Non è arrivato a zero, ma la carica residua non permette di affrontare tranquilli la giornata successiva. Stressandolo molto (con sessioni prolungate di GPS e navigazione) la durata si riduce, ma non diventa mai un problema. Si ricarica in breve tempo (un’ora abbondante) e comunque anche da USB, basta un connettore USB-miniUSB (come quello incluso). Altri difettucci, ma questi mi sembrano risolvibili sono: la scarsa configurabilità dell’auricolare e relative funzioni (se clicco il bottone dell’auricolare vorrei poter chiamare l’ultimo numero, invece parte il player audio), la mancanza di una chiamata vocale di default (lo faceva il suddetto Nokia e eoni fa anche il T68i, per ora ci sono applicazioni di terza parte ma non funzionano in maniera soddisfacente) e il fatto di avere all’inizio, dopo la prima accensione un terminale che, a parte il lato Google, è un po’ vuoto, nudo e che va riempito con un po’ di applicazioni.

Sicuramente un bel salto concettuale, con molti punti in comune con iPhone ma anche molto diverso. Non un telefono per tutti (come non lo è il prodotto di casa Apple) ma sicuramente un ottimo prodotto.

Approfondirò con qualche post ad hoc le applicazioni più interessanti.