Pionieri
Insomma.
Perchè in questo Pionieri se da una parte le memorie sono gustose, e raccontano bene non solo l’esperienza dell’autore ma anche il cambiamento del mondo, dall’altra il tono di Tavcar è sempre quello: polemico.
E la polemica è un po’ come l’amaro a fine pasto: la quantità giusta, e tutto migliora; un goccio in più ed è troppo, e il retrogusto ci mette un bel po’ ad andarsene.
Questo conferma anche che, se ci fossero ancora dubbi, quella del giornalista italiano prestato oltreconfine non è mai stata una cifra stilistica: è probabilmente un vero aspetto del suo carattere, che nella professione trovava sfogo pieno.
Il libro è una cronistoria dell’avventura di Koper-Capodistria, della sua redazione sportiva e della televisione degli anni ‘80-’90.
Ovviamente me la ricordo anche io, sebbene sia arrivato probabilmente in quella che nel libro viene definita l’era dei Milanesi, con l’arrivo di Fininvest a fare la parte del leone, a mettere le sue voci storiche (Camicia al golf, Tommasi/Clerici al tennis) e a iniziare trasmissioni contenitore leggendarie come Usa Sport, che tanto hanno plasmato la mia cultura sportiva.
Ecco, vederla raccontata in sequenza, dagli inizi veramente da Cortina di Ferro, con mezzi minimi, fino alla grandeur del periodo d’oro e poi al ritorno a una dimensione più piccola dopo il completamento dell’operazione Telepiù, è però molto interessante.
Tavcar non lesina aneddoti e racconti, che rendono la storia molto godibile; lo fa, appunto, sempre con la sua cifra, mai cambiata e sempre nota. E lo fa spaziando attraverso molti più sport di quelli per cui è storicamente “una voce”, e lo fa anche attraverso godibili racconti di viaggio e di “vita di redazione”, trasmettendo una vitalità e credibilità al racconto molto gradevole.
E se in alcuni punti il suo modo di raccontare si incastra a pennello, in altri come detto diventa un “po’ troppo”.
Poi, ripeto, rimane una valutazione personale e tutto si può dire del suo modo di scrivere e narrare tranne che non faccia sentire la sua personale passione e il suo modo di intendere le cose.
Forse c’è solo bisogno anche nel libro di una spalla che ogni tanto gli provi a tenere testa.