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Matrimonio medievale

La Storia, quella con la S maiuscola, mi piace. Ho sempre desiderato capirne di più e approfondire, in quanto soprattutto alle superiori ci è stata (fortunatamente) insegnata in maniera abbastanza particolare. La nostra prof ci faceva tralasciare le date e si focalizzava parecchio sui fatti e le relazioni tra di loro.

Per me che faccio fatica a ricordarmi il mio numero di telefono, questo mi ha evitato la fase di odio “non mi ricorderò mai l’anno della Battaglia di Stocazzo” e invece mi ha fatto vedere e capire quali sono i lenti processi che determinano il divenire della storia; mi ha fatto capire che non sono importanti la singola battaglia, il singolo evento politico, la singola riunione o il singolo Concilio, ma le relazioni che ci sono tra di loro, i temi comuni, le continuità. Una visione della storia come materia da interpretare più che da apprendere sequenzialmente.

Mi è rimasta anche una fascinazione verso molti nomi di storici che avevo sentito nominare e di cui poi pian piano nel tempo ho approfondito la conoscenza.

Un giorno compare nelle solite offerte di Amazon questo “Matrimonio medievale” di George Duby, proprio uno di quegli storici molto famosi per cui la mia professoressa delle superiori andava matta.

Il tema è anche abbastanza interessante e particolare perché il matrimonio, le relazioni e la famiglia nel Medioevo avevano un ruolo ancora più importante a oggi.

La prima parte del libro è molto ricca e informativa: la famiglia nel Medioevo era è il centro fondante di tutta la società sia per le famiglie nobili che per le famiglie popolane. Il piglio delle prime 20-30 pagine è eccellente, con i problemi di mantenimento del patrimonio, di consanguineità e di divisione tra visione del nobile e visione del clero enunciati chiaramente.

Però, c’è che nelle pagine successive Duby fa l’operazione corretta dal punto di vista scientifico ma letale per l’intento divulgativo: Duby poi legge e commenta documenti.

Ovvero passa da una visione globale, che rende molto chiaro il discorso, a una dettagliata analisi di 2 – 3 documenti dell’ epoca.

E qui casca l’asino: tanto la parte discorsiva è piacevole e interessante, tanto l’analisi dei documenti è noiosa.

Attenzione, sicuramente è necessaria, ma non può essere interessante per chi non è addetto ai lavori.

E’ il classico problema di chi si trova a dover/voler fare un po’ di divulgazione: quando un po’ di dettaglio è troppo dettaglio?

Io non metto assolutamente in dubbio che Duby sia uno dei migliori storici del ‘900 e che abbia fatto un lavoro egregio, devo solo ammettere che probabilmente questo non è un testo completamente divulgativo, una sua parte è sicuramente destinata agli esperti del settore e quindi una certa tecnicità è richiesta.

Dispiace solo che a fronte delle prime 20 pagine, così piacevoli e leggibili, assolutamente da cosigliare, si rimanga poi con l’amaro in bocca nelle successive 150; magari con un filo di spiegazione in più del perchè un documento viene affrontato in un certo modo, oppure illustrando meglio quali sono gli strumenti dello storico e come li ha usati per leggere i documenti.