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L’Europa lunga un piede

Comprato su Kindle (altra cosa su cui prima o poi dovrà scrivere), il libro è il racconto della storia della conquista dell’Europa da parte del football americano. E’ una lettura molto piacevole, scorrevole ma molto ricca di dettagli; la passione di Massimo per il football si sente tutta sin dalle prime righe, senza sbracare mai nel fanboyismo ma garantendo un tono vivace al racconto.

La cosa che mi ha colpito di più, e che secondo me è indice della qualità del libro, è come parlando delle vicissitudini del gioco si riescano a leggere e comprendere anche alcune tra le evoluzioni sociali dell’ultimo secolo.

Il racconto dell’epopea del football americano è un’ottima lente per scrutare come si è trasformata l’Europa, in particolare il rapporto con ciò che veniva dall’America.

In particolare le sezioni sulle due guerre mondiali e sul football militare, secondo me, mostrano bene come, anche durante eventi tragici quali le guerre, si cercasse di avere una vita il più normale possibile per i soldati, con lo sport come elemento molto forte per ridurre la paura della guerra e la sofferenza per la distanza da casa.

Questa azione culturale, mirata alle stazioni militari ma che poi per forza ricadeva anche sui territori circostanti, secondo me ha contribuito a al cambio di mentalità degli europei, che sono passati dall’osteggiare quello che veniva dal Nuovo Mondo ad accettarlo e ad entusiasmarsene.

E leggendo mi sono venuti in mente tutti i racconti degli altri Isper su AFN e sulle meraviglie che offriva negli anni ’80/’90, le radiocronache della NFL/NBA e su come qualcosa fatto per far sentire meno lontani i soldati abbia aiutato tanti anche a sentirsi un po’ americani.

Il libro è autoprodotto, ha anche un proprio blog che arricchisce il libro con qualche foto d’epoca e le date delle presentazioni.

Secondo me merita una lettura. Complimenti ancora all’autore.