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Striscia la mestizia

Come al solito, non ci si accorge di quanto approssimative, scorrette e facilone siano le trasmissioni tv fino a quando non parlano di qualcosa di ben conosciuto a chi ascolta.

A me è successo in questi due giorni con la serie di servizi di Striscia la Notizia sugli additivi alimentari.

Alcuni punti, così come vengono:

  1. fare le pulci all’uso di additivi che fanno cuochi come Adrià o Blumenthal è come andare a Hollywood a dire che nei loro film ci sono troppi effetti speciali. Una persona normale non va da Adrià, da Blumenthal, ma anche da Bottura, per mangiare ogni giorno, ne ci và per mangiare quello che mangerebbe ogni giorno. Se uno vuole cose stupefacenti, quali le consistenze, le forme e i colori proposti da questi cuochi ed è dotato di un minimo di intelligenza, sa benissimo che quei risultati verranno raggiunti con ingredienti inusuali, che peraltro consumati una volta ogni tanto non danno problemi. E’ ancora il solito tritissimo concetto di cui Super size me è la più famosa forma: mangiate solo ed esclusivamente XXX per un mese e starete male. E XXX può essere qualsiasi alimento, dal menù di McDonald alla fiorentina.

  2. Adrià stesso ha dichiarato da Fazio, proprio durante la sua 3 giorni milanese in cui è stata fatta l’intervista trasmessa stasera da Striscia e in un setting da intervista e non da interrogatorio, che basta dirgli al momento della prenotazione se una persona soffre di particolari allergie e lui il menù lo adatta. Peraltro non penso esista ristoratore talmente pirla sulla faccia della terra da mentire a un eventuale domanda di un cliente sul contenuto di eventuali allergeni in un piatto.

  3. “Tutto è chimico, tutto è naturale”. Le categorie dello spirito “Naturale/Chimico”, all’alba del 2009, possono andare a farsi benedire. Il monossido di carbonio è naturale ed è la più grossa truffa che si può fare per vendere carne marcia come se fosse fresca. L’olio di oliva è chimico, in quanto raffinato, ma nessuno ha mai detto che non va consumato. Nel tonno in lattina che sta 5 anni nella dispensa non ci sono conservanti, ce ne sono invece nei prodotti freschi che stanno prima di scadere magari 40 giorni nel vostro frigo. Da approfondire quanto dichiarato dal professore dell’Università di Milano: le affermazioni erano talmente incoerenti tra loro da supporre un collage della redazione di Striscia per “fargli dire” quanto loro ritenevano opportuno.

Per il resto, chi vuole approfondire può leggersi l’articolo pubblicato oggi dall’ottimo Bressanini.